Come insegnare un uso responsabile di internet ai giovani "malati" di nomofobia

Un dossier presentato da Skuola.net che ha coinvolto 15 mila ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 25 anni, ha cercato di analizzare il comportamento dei giovani con il cellulare.

Desta preoccupazione il dato che vanno nel panico soprattutto quando lo smartphone non prende.

Si chiama “Nomofobia”, termine formato dal suffisso  di origine greca “fobia” che significa “paura” e il prefisso inglese “nomo”, abbreviazione di “no-mobile” ovvero "senza cellulare".

Nomofobia è un termine di recente introduzione che indica la paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete dello smartphone.

In un’accezione più ampia, la sindrome interessa qualsiasi impedimento all’uso del cellulare, quindi, oltre alla mancanza di rete si può manifestare nel caso di zone prive di copertura, con il credito azzerato, con la batteria scarica o a seguito di smarrimento o furto.

Il 17% degli intervistati non tollera quando lo smartphone “non prende”, questo perché la rete deve essere affidabile, all’altezza della situazione. Così il 71% preferisce avere meno Giga piuttosto che una rete più veloce e affidabile, questo perché la maggior parte vive male una connessione lenta o, peggio, assente.

Dove viene speso il tempo in internet?

Soprattutto sui social network: Instagram, Facebook e Whatsapp.

Ad ogni modo, internet non deve essere demonizzato perché ha realmente migliorato la vita delle persone. Tuttavia, accanto alle tante opportunità che offre la rete, ci sono altrettanti rischi.

Uso responsabile della rete

Ma come insegnare un uso responsabile della rete? E quando un teenager si può considerare “autonomo”, ovvero in grado di navigare in modo indipendente, prevedendo le insidie e sapendo come affrontarle? Di sicuro deve avere un minimo di dimestichezza con tutte le sue potenzialità e implicazioni. Ad esempio: cosa significa postare un’immagine, gestire la privacy o evitare di cadere nella trappola del cyberbullismo.

Ma non basta.

Internet è come una piazza, fatta di incontri e persone molto spesso pericolose.

Gli utenti più giovani devono saper gestire con lucidità i rapporti che si sviluppano in questo tipo di ambiente, riconoscendo e gestendo le proprie emozioni.

Di fronte all’entusiasmo e al coinvolgimento che possono provare in un chat, ad esempio, le nuove generazioni possono dimenticarsi in un istante un divieto o un atteggiamento che sanno essere sbagliato.

Un altro aspetto fondamentale, inoltre, è che navigare in internet possa prevalere sulla vita reale con le sue attività quotidiane: divertirsi con gli amici, fare sport, innamorarsi e conoscere nuove persone. Per concludere, deve essere riconsiderato il ruolo di internet nella vita di tutti i giorni. La rete dovrebbe essere uno strumento “integrativo”. Se, invece, sostituisce la realtà, aumentano i rischi di qualsiasi genere e, contemporaneamente, possono entrare in ballo problemi di dipendenza, nota anche come “internet-addiction”.

La risposta di IES Italia e ntop

IES Italia e ntop, sempre al passo con le nuove tecnologie, si preparano a lanciare IVO sul mercato.
A guidare l’ambizioso progetto è stata la consapevolezza di vivere in un ecosistema digitale sempre più complesso e in pericolo. IVO ha l’obiettivo di schermare tutti gli aspetti negativi della rete e restituire ai giovani una navigazione sicura e piacevole.

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By IES Team